mercoledì 15 marzo 2023

Pensione anticipata flessibile, cosiddetta “quota 103”.

Inps ha recentemente pubblicato la circolare n. 27/2023 con cui fornisce indicazioni per l’applicazione delle norme della legge di Bilancio 2023 con cui è stata introdotta in via sperimentale per il 2023 la pensione anticipata flessibile, cosiddetta “quota 103”. Possono usufruire di questa pensione gli iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria e alle forme esclusive (ex Inpdap, ex Ipost) e sostitutive della stessa e gli iscritti alla Gestione separata. Non può, invece, essere utilizzata dal personale militare delle Forze Armate, delle Forze di Polizia e di polizia penitenziaria, dal personale operativo del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e dal personale della Guardia di Finanza. È necessario che il requisito anagrafico di 62 anni e quello contributivo di 41 anni siano maturati entro il 31/12/2023 e in presenza di tale condizione è possibile accedere a questa pensione anche dopo il 2023. Per “quota 103” viene introdotto un tetto all’importo del trattamento pensionistico. Infatti, si prevede che la prestazione sia erogata in misura non superiore a 5 volte il trattamento minimo (circa 2.818,70 euro lordi mensili) fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia, pari a 67 anni fino a dicembre 2024 e collegata alla variazione dell’aspettativa di vita. Se l’importo della pensione risultasse superiore, la differenza tra le 5 volte il trattamento minimo e la somma ulteriore, perequata nel tempo, sarà attribuita al momento del compimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia. Al pagamento della prima rata di pensione si applicano le “finestre”: per i lavoratori del settore privato (dipendenti e autonomi) che maturano il requisito entro il 31/12/2022, la decorrenza della pensione è il 1 aprile 2023. Se i requisiti sono maturati entro il 31/12/2023 la decorrenza è differita di 3 mesi. La pensione “quota 103” rappresenta una risposta parziale alle esigenze di maggiore flessibilità del sistema pensionistico. nel confronto con il Governo e con il Ministro del lavoro nelle scorse settimane ha ribadito l’urgenza di rispondere alle richieste contenute nella piattaforma sulla previdenza e di individuare modalità adeguate per riformare lo scenario previdenziale in termini di maggiore equità, prevedendo norme che in modo stabile possano consentire una maggiore libertà nell’accedere alla pensione a partire dai 62 anni di età e anche con 41 anni di contributi a prescindere dall’età.

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