giovedì 29 dicembre 2022

Manovra di bilancio in dirittura d'arrivo, ma degli impegni assunti dal governo sulle modifiche in tema previdenziale "non si vede traccia".

La nuova legge di bilancio 2023 prevede ora: la pensione anticipata con quota 103 - 41 anni di contributi e 62 di età solo per il 2023 … Altro che potenziamento delle misure, altro che superamento della legge Fornero, che invece torna in vigore per la quasi totalità delle lavoratrici e dei lavoratori. Non c'è nessuna promessa elettorale rispettata in queste scelte. Sulle pensioni si fa cassa e nulla più, lasciando senza risposte donne, giovani, lavoratori precoci e chi svolge un lavoro gravoso. A loro si sottraggono risorse, anziché sostenerli. Su Opzione donna, un’abrogazione, di fatto, della misura. L'ultimo emendamento alla bozza del disegno di legge prevede che la proroga del regime sperimentale anche per il 2023 riguardera solo lavoratrici in condizioni di svantaggio, ovvero: 1 licenziate o dipendenti in aziende con tavolo di crisi aperto presso il Ministero, oppure con disabilità pari o oltre il 74% o che assistono, da almeno 6 mesi, persone disabili conviventi , con handicap in situazione di gravità ex legge 104 1992. Inoltre l'eta di accesso sale a 60 anni sia per le dipendenti che per le autonome, ma con possibile anticipo di 1 anno per ogni figlio, entro un massimo di due, quindi • 58 anni per chi ha avuto due o piu figli (oppure si trova nella situazione indicata al punto 1) • 59 anni per chi ha avuto un figlio Questo ultimo requisito è stato da piu parti considerato a rischio di illegittimità costituzionale perché discrimina le donne senza figli ma dopo molte discussioni è stato approvato. E' stato stimato che in questo modo la misura riguarderà meno di cinquemila lavoratrici. "Sulla rivalutazione delle pensioni il taglio continua a essere pesante: 3,5 miliardi in meno nel solo 2023, 17 miliardi in meno nel triennio. La rimodulazione della percentuale di rivalutazione, che alza dall’80% all’85% le pensioni tra 4 e 5 volte il trattamento minimo, è insignificante: otto euro lorde al mese in più di media" E si riduce ancora del 3% la percentuale per i redditi di pensioni superiori a cinque volte il trattamento minimo. "Stiamo parlando - non della pensione dei ricchi, come ha sostenuto la presidente del Consiglio, ma degli assegni d'impiegati e operai specializzati che hanno lavorato e versato contributi per 40 e più anni". "Siamo ben lontani da quello che servirebbe: una vera riforma del impianto pensionistico, attraverso l’uscita flessibile a partire dai 62 anni, il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, la pensione di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue e povere, il riconoscimento del lavoro di cura e della differenza di genere, l’uscita con 41 anni di contributi senza limiti di età". Anche per questo, ci siamo mobilitati e abbiamo scioperato. Siamo rimasti inascoltati, ma - conclude la Cgil - continueremo a batterci, e al tavolo del 19 gennaio con il governo andremo con la chiarezza delle nostre posizioni".

Nessun commento: