mercoledì 24 gennaio 2024

Autonomia, il Senato spacca l’Italia. Approvato il ddl Calderoli. Landini: “Più divari e diseguaglianze, meno diritti per lavoratori e pensionati”

ROBERTA LISI 23/01/24 - 20:51------------------------------------------------------------------- Il risultato è, purtroppo, netto: con 110 voti a favore, 64 contrari e 30 astenuti l’Aula di Palazzo Madama ha approvato il Disegno di Legge Calderoli che ora passa all’esame della Camera. Ci son voluti un po’ più dei tre giorni previsti dal ministro, ma in ogni caso l’iter è stato rapidissimo impedendo di fatto confronto e discussione. Ma ormai è cosa nota, questa maggioranza ha una strana idea del Parlamento, in sostanza deve solo ratificare ciò che Meloni e i suoi vogliono. Ma hanno fatto male i conti. I cittadini che hanno a cuore la Costituzione e la democrazia non ci stanno e lo afferma con forza il segretario generale della Cgil Maurizio Landini: “Non da soli, ma insieme a tutti coloro che si sono battuti fin dall'inizio contro questa scelta sbagliata e controproducente, opporremo con tutti gli strumenti che la democrazia mette a disposizione, per impedire che il governo spacchi il Paese e ne comprometta il futuro”. La chiamano riforma, e forse a modo suo lo è. Ma certamente nel senso di arretramento rispetto a quanto prescritto dalla Costituzione. Arriva in aula al Senato alle 16.30 di oggi, martedì 16 gennaio, il testo del Disegno di legge n. 615 firmato Calderoli dal titolo “Disposizioni per l'attuazione dell'autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell'articolo 116, terzo comma, della Costituzione”. Da tenere presente che dal punto di vista formale si tratta di un collegato alla manovra di finanza pubblica, perché diversamente da quanto troppo spesso si dica, il nocciolo della questione, almeno uno dei principali, sta proprio qui: dove deve andare la raccolta fiscale. Come se non bastasse, governo e Senato hanno deciso che la discussione su una materia così complessa e decisiva per le finanze del Paese, per la vita democratica e sociale dei cittadini e delle cittadine, non potrà durare più di tre giorni. Il testo, infatti, dovrà essere licenziato da Palazzo Madama per passare all’esame della Camera il 19 gennaio. NOVITÀ PESANTI Dieci articoli per dare attuazione al terzo comma dell’art. 116 della Costituzione così come riscritto nel 2000 all’interno della riforma del Titolo V della Carta. Ciò significa che ciascuna regione a statuto ordinario potrà chiedere di decidere in autonomia su ben 23 materie.Tra queste: rapporti internazionali e con l'Unione europea delle Regioni; commercio con l'estero; tutela e sicurezza del lavoro; istruzione; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all'innovazione per i settori produttivi; tutela della salute; alimentazione; ordinamento sportivo; protezione civile; governo del territorio; porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e di navigazione; ordinamento della comunicazione; trasporto e distribuzione nazionale dell'energia; previdenza complementare e integrativa; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; valorizzazione dei beni culturali e ambientali. LA REPUBBLICA DELLE DISUGUAGLIANZE La pandemia lo ha dimostrato già allora – quando il disegno di legge sull’autonomia ancora non esisteva – che il diritto alla salute, come quello all’istruzione o quello alla mobilità, non fossero affatto ugualmente esigibili nei diversi territori. Basti pensare alla migrazione sanitaria tra regioni per poter accedere alle cure. O alla diversa disponibilità di posti negli asili nido tra Nord e Sud o, ancora, alla possibilità del tempo pieno tra Campania ed Emilia Romagna. Qualora quel testo venisse approvato dal Parlamento le cose peggiorerebbero e di molto. Il comma 2 dell’articolo 8 del testo Calderoli, infatti, stabilisce che per finanziare sanità, asili, eccetera, si deve far riferimento ai finanziamenti standard, cioè a quanto si spende oggi per quei servizi nei diversi territori. Ciò significa che in Sicilia o in Calabria, dove gli asili nido sono pochissimi, si continuerà a spendere la stessa cifra di oggi. Insomma, altro che occasione di sviluppo per il Sud: si fotografa la situazione e la si perpetua all’infinito. Aggravandola inevitabilmente. LIVELLI ESSENZIALI DELLE PRESTAZIONI Se sanità, istruzione, mobilità sono diritti che secondo Costituzione devono essere uguali su tutto il territorio, allora dovrebbero essere ugualmente finanziati ed esigibili. Vanno quindi definiti e in quantità, costi e relativi finanziamenti. Per tacitare la polemica su divari e diseguaglianze, il ministro Calderoli istituì una Commissione per l’identificazione dei Lep e relativi finanziamenti. Il disegno di legge avrebbe dovuto arrivare solo dopo la conclusione dei lavori della Commissione, così da prevedere l’adeguato finanziamento delle prestazioni sociali. Peccato che la Commissione non ha concluso il suo compito a causa delle dimissioni di alcuni componenti e impraticabilità del campo.

Nessun commento: