mercoledì 17 maggio 2023

Cuneo fiscale, Fringe benefit : il governo vara un provvedimento che non risolve nessuna emergenza del Paese.

non è il più grande taglio delle tasse, risponde parzialmente alle richieste del sindacato perché a tempo, non recupera il drenaggio fiscale. “Tale azione non indennizza del tutto l’incremento del costo della vita", riprende Perniciano: "La riduzione del cuneo fiscale doveva essere parte di un intervento più ampio, e soprattutto strutturale, che oltre alla decontribuzione comprendesse anche l’adeguamento all’inflazione delle detrazioni da lavoro e pensione, investimenti nei servizi pubblici (che riducono le diseguaglianze più della riduzione delle imposte)”. Volendo parlare di equità, occorre anche segnalare che una decontribuzione che preveda una soglia così netta finirà, se non si modifica la norma, per penalizzare i percettori di reddito poco superiore a 35 mila euro, che finiranno per avere un netto inferiore rispetto a chi si colloca entro la soglia. Fringe benefit "La conferma dei fringe benefit fino a 3 mila euro per i lavoratori con figli a carico”.“L’innalzamento della soglia esente a 3 mila euro si tradurrà in un incremento delle diseguaglianze, visto che solo una minoranza di lavoratori percepisce benefit elevati, e sono soprattutto quelli con redditi più elevati. All’interno di questa minoranza, inoltre, tale soglia si eleva solo ai lavoratori con figli. Questo beneficio, che peraltro dipende spesso dalla volontà unilaterale del datore di lavoro, sarà quindi appannaggio di una ristretta minoranza di lavoratori”. Lavoro precario Gli interventi proposti – aggiunge Scacchetti - non sono adeguati al necessario contrasto alla precarizzazione del mercato del lavoro che continua a rallentare la crescita, insieme alla questione salariale. Si persegue una logica di lavoro a termine, di accondiscendenza alle richieste di flessibilità delle imprese che subiscono, oltre che i lavoratori (giovani e donne in particolare), anche le imprese sane che scommettono sulla stabilità, sull'innovazione e sulla formazione come leve della competitività”. Quella compiuta il 1° maggio è stata una scelta e come tale poteva essere diversa, se solo si fosse voluto davvero ascoltare il sindacato e dare risposte a lavoratrici e lavoratori, magari a quei giovani e a quelle donne cui Meloni dice di pensare.

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