martedì 31 agosto 2021

Il nostro obiettivo è la sicurezza di tutti.

ROSSANA DETTORI 27/08/2021 - Da sempre la Cgil si è battuta e lavora per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Spesso non in ampia compagnia. Quando la pandemia si è affacciata nel nostro Paese abbiamo conquistato - sì, conquistato - i protocolli anti-Covid che hanno consentito alle aziende di continuare a produrre o riaprire, senza diventare luoghi di contagio. Ricordo che fummo noi a chiedere di rivedere i Documenti di valutazione dei rischi aziendali, per inserirvi il rischio biologico e il rischio batteriologico e virale. Confindustria, insieme alle altre organizzazioni datoriali, tranne alcuni, si rifiutarono nella maniera più categorica di permettere agli Rls nei luoghi di lavoro di modificare quei documenti. Se quelle modifiche allora fossero state fatte, oggi lavoratori e lavoratrici sarebbe ancor di più al sicuro. Ipotizzare una titubanza della Cgil non solo è falso e mistificatorio, ma è il sintomo del tentativo di scaricare sul sindacato contraddizioni e debolezze che albergano in altri luoghi e in altri contesti. È il governo che deve dire cosa intende fare sull'obbligo vaccinale, sulla diffusione generalizzata del green pass o sulla sua introduzione parziale. A noi il compito e la responsabilità di promuovere tra lavoratori e lavoratrici la nostra convinzione, attraverso una serrata campagna di assemblee, sulla necessità dei vaccini. Quando finalmente i vaccini sono arrivati, la Cgil con la stessa forza e con la stessa convinzione ha affermato la necessità della massima diffusione nel minor tempo possibile, ovvero dell'immunizzazione, ritenendo la vaccinazione una responsabilità individuale e collettiva. Abbiamo quindi lavorato alla predisposizione del protocollo per la somministrazione dei sieri nei luoghi di lavoro, sottolineando ancora una volta l’importanza della vaccinazione. Abbiamo chiesto, questo sì, che la campagna di somministrazione nei luoghi di lavoro avvenisse all’interno di quella generale, quindi con il coordinamento del Servizio sanitario nazionale e di quelli regionali. In alcune regioni ha funzionato meglio e in altre meno, ma questa è un’altra storia. E abbiamo, era aprile di quest’anno, aggiornato i protocolli del 2020 visto l’arrivo dei sieri. È importante ricordare questi passaggi perché la linea dell’organizzazione è sempre stata coerente con la convinzione che occorre far in modo che tutta la popolazione dai dodici anni in su si vaccini: per noi la vaccinazione era ed è un atto non soltanto sociale e sanitario, ma di responsabilità soggettiva e collettiva rispetto alla diffusione del virus nel nostro Paese. Oggi, unitariamente con Cisl e Uil, abbiamo ribadito la nostra convinzione sulla necessità della diffusione del vaccino. Contemporaneamente abbiamo sottolineato che l’articolo 32 della nostra Costituzione mentre garantisce la libertà di scelta rispetto alla cura, contemporaneamente pone in capo al governo e al Parlamento la responsabilità di decidere sull'obbligo vaccinale. Spetta quindi alla politica decidere. Peraltro, si tratta di una decisione che non dovrebbe riguardare solo lavoratori e lavoratrici. Le mense aziendali, grazie ai protocolli sulla sicurezza, funzionano da un anno e non sono luoghi di contagio. Perché introdurre il green pass? Immagini come quelle di lavoratori e lavoratrici Ikea che mangiano all’esterno seduti per terra sono inaccettabili. In ogni caso, insieme a Cisl e Uil, abbiamo ribadito che se venisse confermata questa decisione, è necessaria la gratuità del tampone per tutti i dipendenti. Per esempio si potrebbe ipotizzare che, almeno fino al perdurare dello stato di emergenza, la questione della gratuità dei tamponi possa essere introdotta come trattamento sanitario a carico anche della sanità integrativa. E ancora, è inaccettabile la circolare dell’Inps che comunica che i lavoratori e le lavoratrici in quarantena obbligatoria non saranno più a carico dell’Inps: significa meno salario e meno contributi previdenziali. Abbiamo chiesto al governo un incontro urgente e il ripristino della malattia per la quarantena obbligatoria, ma anche su questo non abbiamo ricevuto risposte.

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