mercoledì 15 giugno 2011

Referendum: Camusso, il nostro è un Paese meraviglioso, che non fallisce gli appuntamenti importanti.


In una intervista al quotidiano 'l'Unità', la leader della CGIL durante i festeggiamenti a Roma, afferma che con il raggiungimento del quorum e la vittoria dei 'sì' al referendum, l'Italia “si è riappropriata della democrazia” »

Come commenta il risultato? «Questo è un paese meraviglioso che non manca le occasioni importanti, che sa scegliere. E questa scelta che è cresciuta non solo attraverso la raccolta delle firme ma anche come politica diversa che si è fatta strada attraverso la crisi, la paura, il disorientamento. Mancano, però, in questa piazza, i miei soci».

I soci? «CISL e UIL, non vorrei che a forza di guardare al governo avessero perso di vista il paese».

La CGIL è promotore del referendum, non le altre organizzazioni.«Prima del referendum noi abbiamo portato avanti vertenze sull’acqua in Lombardia, in Sardegna. Ma le politiche dell’acqua bene pubblico e dell’energia sono anche grandi questioni che investono il lavoro e i diritti di cittadinanza. Il sindacato non può disinteressarsene».

In che modo i referendum riguardano il lavoro? «Il referendum sull’acqua impone la qualificazione di un lavoro pubblico inteso come servizio anziché come profitti. E la bocciatura del nucleare sposta il tema dagli accordi con la Francia sulle centrali atomiche alle energie rinnovabili. Sappiamo, e tutto il mondo lo dice, che le energie rinnovabili sono creatrici di lavoro, una disattenzione da temi che riguardano lo sviluppo sarebbe incomprensibile, indice di una visione distorta. Ci saranno ricadute del referendum in tutti i settori, dall’edilizia all’innovazione, alla ricerca, al lavoro qualificato».

Il governo ha subito una sconfitta politica? «La sconfitta è su due piani, il primo è l’indicazione di non votare, di giocare sull’abitudine a non far decidere, il secondo deriva dal tentativo di cambiare le carte sul tavolo. Invece dal voto è venuto un segnale straordinario, di politica sull’energia e sull’acqua, e di riappropriazione democratica».

È cambiato il vento? «Io direi che si è rafforzato, ci sono stati gli scioperi, ci sono state le amministrative».

Il governo se ne deve andare? «Il governo ha avuto numerose prove che il paese chiede diritti e lavoro. Prima o poi dovrà trarne le conseguenze».

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