mercoledì 22 luglio 2015

20.07.15 - Comunicato RSU CGIL CISL


Questa volta L'RSU CGIL CISL di Vimodrone ritiene doveroso rispondere all'ennesimo attacco gratuito dei "colleghi" USB.

La presentazione della bozza di rinnovo del contratto integrativo Aziendale, già presentata in sede di Assemblea dei lavoratori e regolarmente votata dai lavoratori stessi il giorno 21/04/2015, verrà discussa con l'azienda in un primo incontro con l'azienda venerdì 24/07/2015.

Primo incontro, perché naturalmente se ne terranno molti altri, e non è certo nostra intenzione tenere all'oscuro i lavoratori del procedere della trattativa.
La bozza del rinnovo - lo ricordiamo - è a disposizione di chiunque la voglia consultare per capirne meglio i contenuti, che per altro sono già stati ampiamente illustrati in sede di assemblea coi lavoratori. Il normale percorso prevede poi che il risultato finale di questa trattativa con l'azienda venga proposto ai lavoratori per la votazione.
Nulla di oscuro, di nascosto o di fraudolento

Rimandiamo al mittente le accuse di non democraticità e di negazione del confronto politico, così come non ci riconosciamo affatto nella descrizione fantasiosa dell'operato "filoaziendalista" della nostra RSU all'interno di Ricoh.

I toni e i modi dei nostri colleghi USB non ci appartengono, preferiamo lavorare concretamente a fianco dei lavoratori, anziché spargere inutili polveroni cianciando di complotti e oscuro "brokeraggio sindacale".


Vimodrone, 20/07/2015


RSU CGIL CISL
Ricoh Vimodrone

2 commenti:

Rsu Ricoh ha detto...

Da: Delegati USB
Per: undisclosed-recipients:;
Data: 19/07/2015 12:13
Oggetto:Contratto Integrativo Aziendale


Il silenzio assordante di questi giorni da parte di lor signori della triplice ci fa pensare che siano andati avanti con il loro progetto a dispetto delle decisioni dei lavoratori per una piattaforma comune da presentare all'Azienda.
Il sospetto fortissimo che abbiamo è che tutto quello fatto finora sia una farsa ad uso e consumo di accordi già presi in altre sedi, che aveva solo bisogno di una veste "democratica" per poter passare sulle teste dei lavoratori senza pagare dazio.
Peccato che il loro "percorso democratico" sia fatto di prevaricazioni e spregio nei confronti di chi non è d'accordo con la loro politica di servilismo o si basi sull'indifferenza e/o rassegnazione della stragrande maggioranza dei colleghi provati ed anestetizzati da anni di politiche sindacali che avevano come unico scopo di far accettare  decisioni  a favore di un ritorno economico per pochi eletti protetti da loro.
Altrimenti non si spiegherebbe il perchè di questa decisione di non confrontarsi sui contenuti e la non accettazione di altre realtà sindacali, votate da non pochi colleghi pur se alla prima partecipazione. Oppure nel voler inserire nel contratto integrativo parti come la loro gestione dei fondi pensione (che studi indipendenti hanno già dichiarato in forte calo. Per saperne di più >>> http://www.internazionale.it/opinione/roberta-carlini/2015/06/08/fondi-pensione-inps ) o il pagamento di prestazioni dei dipendenti con voucher di dubbia utilità al posto della vile pecunia oltre al monopolio delle relazioni sindacali in spregio a quanto votato dai colleghi alle ultime elezioni per la RSU.
Riteniamo che attualmente ci siano due visioni di sindacato a confronto: da un lato quella del brockeraggio sindacale di lor signori con l'intento ormai palese di prendere i soldi dei lavoratori per finanziare i loro carrozzoni clientelari e la "società" di fatto con le Aziende per ricavare profitto sulla pelle degli ignari finanziatori e dall'altro quella di difesa dei diritti dei lavoratori e delle loro professionalità che tanto infastidisce lor signori.
Per non essere complici di questi insulti ai lavoratori noi non andremo a firmare quello che vogliono far passare come il risultato di un "percorso democratico", che, in realtà, è tutto tranne questo, ed invitiamo ognuno di voi a fare altrettanto non accettando che vengano firmati accordi in vostro nome che non rispettano minimamente quello che è il volere di chi dovrà poi subirne le conseguenze.
Vi invitiamo a scriverci per manifestare che rifiutate qualsiasi accordo venga proposto dato che non è stato riconosciuto da assemblee regolari
Per opporci al pensiero unico abbiamo anche  aperto una pagina su Facebook dove ognuno potrà essere informato soprattutto su quello che gli viene nascosto
https://www.facebook.com/pages/RSU-Ricoh-USB/1656739144545188?ref=bookmarks

Anonimo ha detto...

sono numerose le sigle del sindacalismo “di base”: e nel caso di Usb, sono frutto di scissioni o microscissioni. Così, in realtà, si procede nel senso opposto rispetto a quello verso cui si
dovrebbe andare: anziché unificare i sindacati più conflittuali in un unico sindacato(richiesta questa che è molto sentita tra gli attivisti), i gruppi dirigenti continuano a dimostrare di anteporre la conservazione di microinteressi all’interesse generale della
classe lavoratrice.
Questo avviene indipendentemente dalla volontà della base stessa: basta ricordare come fu accolto con entusiasmo da parte degli attivisti il tentativo di procedere verso una più stretta unità d’azione tra le principali sigle a sinistra della Cgil (il cosiddetto Patto di base),tentativo abortito perché mai tradotto, per volontà dei dirigenti, in un reale processo costituente di un unico sindacato.
Nel quadro generale dei limiti del sindacalismo “di base”, la microburocrazia che controlla il sindacato Usb rappresenta uno dei principali ostacoli a qualsiasi svolta in senso unitario
dell’azione dei sindacati di base. Usb è diretta da un piccolo gruppo di matrice stalinista (la vera direzione, per quanto occulta, è infatti in mano al gruppo stalinista della Rete dei comunisti) che, anziché rendere più incisiva e radicale l’opposizione al padronato, ha praticato una linea al contempo sempre più settaria, moderata e burocratica. L’espulsione di Fabiana Stefanoni - coordinatrice nazionale dell’area interna Unire le lotte di cui i
compagni del Pdac, insieme ad altri, si sono fatti promotori – è stata una eclatante dimostrazione del carattere burocratico di questo sindacato. La gestione stalinista di Usb ha avuto ulteriori conferme e abbiamo assistito, anche dopo l’espulsione della compagna
Stefanoni, ad altre espulsioni e provvedimenti nei confronti di attivisti o federazioni “non allineate”, oltre a nuovi documenti nei quali è ribadito il concetto per cui Usb non prevede a “costituzione di componenti organizzate”.
Il volto opportunista di questo piccolo sindacato è emerso in particolare dopo la nomina del governo Monti, quando Usb ha perfino rimandato uno sciopero (oltre che raffreddato improvvisamente il conflitto) nella speranza che Monti ritirasse i provvedimenti di Brunetta sul pubblico impiego penalizzanti, economicamente, la stessa Usb.
La situazione di Usb le contraddizioni e la marginalità delle altre sigle del sindacalismo di base, non fa prefigurare la possibilità che i lavoratori iscritti ad altri sindacati e delusi dal tradimento delle burocrazie possano trovare una convincente
alternativa nel sindacalismo “di base”, non trovando in quest’ambito un sindacato in grado di organizzarli in modo compiuto per una risposta più radicale e con qualche possibilità di
vittoria.